Cosa favorisce il legame madre-bambino nel post parto?

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La relazione madre-bambino costituisce una base importante per lo sviluppo futuro dell’individuo.

La relazione primaria sembra infatti strutturare la base dello sviluppo delle competenze affettivo relazionali, oltre che incidere sull’organizzazione psichica del bambino, anche dal punto di vista neurofisiologico.

A differenza di altri mammiferi, il cucciolo d’uomo nasce con una immaturità motoria, cerebrale e biochimica, talmente importante che per sopravvivere ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di lui per molto tempo (caregiver). Nonostante questa immaturità e la necessità di dipendere da qualcuno, il neonato, è però da subito parte attiva nella relazione con la madre, infatti già alla nascita ha una ricchezza sensoriale e una competenza percettiva che gli permette di interagire con lei per poter mantenere una vicinanza e ricevere cura e protezione.

D’altra parte è fondamentale che la capacità comunicativa del neonato (espressa attraverso gesti, posture, espressioni facciali, vocalizzazioni, sguardi) incontri la sensibilità del genitore, cioè la sua capacità di identificare i segnali del bambino, l’appropriatezza e la prevedibilità delle sue risposte.

Cosa rende possibile questo incontro?

Affinchè genitore e bambino possano conoscersi e costruire una relazione è importante che stiano vicini fin dalla nascita e che trascorrano periodi prolungati di contatto.

Il contatto è uno dei bisogni primari del bambino e la comunicazione tattile, iniziata già in epoca prenatale, permette di mantenere una continuità tra gestazione interna e gestazione esterna, creando un continuum con l’ambiente uterino. Stando vicini madre e bambino si riconoscono; il bambino ritrova l’odore della mamma, la sua voce, il calore. Tutto ciò che nutre questo bisogno di contatto e di conoscenza tra madre e bambino promuove il legame di attaccamento.

“I piccoli hanno bisogno di latte, si. Ma più ancora di essere amati e di ricevere carezze. […] Essere portati, cullati, carezzati, essere tenuti, massaggiati, sono tutti nutrimenti per i bambini piccoli, indispensabili, come le vitamine, i sali minerali e le proteine, se non di più.”

(Leboyer)

Ad esempio l’allattamento, in quanto implica vicinanza, è un modo per costruire il legame madre bambino, non solo un modo di soddisfare un bisogno fisiologico, ma un’esperienza che consente di recuperare quella fusionalità persa col parto; è l’espressione fisiologica della relazione.

È molto importante sostenere dunque l’allattamento, permettendolo ovunque e sempre, così come è importante prendersi cura della donna che allatta, aiutandola soprattutto nella fase iniziale e supportandola nei mesi successivi.

Anche il massaggio al bambino è uno strumento che favorisce la relazione genitore figlio, poiché promuove la sensibilità genitoriale, aumenta la disponibilità emotiva della madre verso il bambino, l’allena a rispettare i tempi del figlio, a osservarne i segnali, identificare i bisogni; aiuta la mamma a dare risposte più adeguate, ad essere più empatica.

“Attraverso il corpo ed i suoi movimenti, il bambino esprime il suo mondo interiore; compito dell’adulto è di osservarlo con sollecitudine ed empatia per lasciare spazio alla sua espressività ed organizzare una risposta ai suoi bisogni.”

(Marcon, Carlan 2014)

Anche parlare al bambino, ripetergli filastrocche, cantare e raccontare ha effetti positivi sul legame madre bambino, sullo sviluppo della sua personalità e sulla sua intelligenza. Fin dai primi istanti di vita il bambino mostra di preferire la voce materna e questa preferenza arriva dai tempi dell’attesa, quando la voce della mamma l’ha cullato, gli ha tenuto compagnia, lo ha accarezzato, lo ha fatto sentire amato.

“Tocco e parola: ecco la chiave magica per aprire il cuore di ogni bambino”

(Balsamo 2010)

Anche il supporto sociale percepito dalla mamma gioca un ruolo importante nella costruzione del legame col bambino.

Se una mamma si sente sostenuta, vive situazioni di condivisione con altre mamme, si sente compresa dal partner, dalla famiglia d’origine, dalle amiche, trova accoglienza nella comunità in cui vive, avrà meno probabilità di sentirsi sola e il suo benessere tutelerà anche la relazione col bambino e quindi la salute di entrambi.

Ben vengano quindi le esperienze tra mamme, con o senza la presenza dei bambini, che possono concedere spazi di rilassamento, condivisione, gioco, confronto, benessere fisico e psichico.

Dott.ssa Giusy Bozza, psicologa psicoterapeuta e consigliera MIPPE

Bibliografia:
BALSAMO, E. (2010) Libertà e amore. Edizioni Il Leone Verde, Torino.
LEBOYER, F. (1996) Shantala. L’arte del massaggio indiano per far crescere i bambini felici. Edizioni Sonzogno, Venezia
LUCANGELI, D. VICARI, S. (2019) Psicologia dello sviluppo. Mondadori Università, Firenze.
MAGHELLA, P. SARTORI, M. CATANZANI, T. (2008) QIAN Quaderno a schede Incontri di Accompagnamento alla Nascita. Numeri Primi Editore Serle, Brescia.
MARCON, A CARLAN, M. (2016) Il tocco gentile. La compagnia del libro Editore, Vicenza.