Gioia e Paura: un equilibrio prezioso.

Gioia come il test di gravidanza positivo, finalmente! Chissà dopo quanta paura di non vedere mai quelle due lineette scure.

 Gioia come l’incedere sicuro di quel suono emesso dall’ecografo! Sembra un cavallino al galoppo. Meno male, chissà quanta paura di trovare uno schermo grigio immerso nel silenzio.

 Gioia come quel primo piccolo calcio che ha detto: “Ci sono! Vivo, esisto, sono qui insieme a voi, mamma e papà.” Chissà quanta paura nei prolungati momenti di quiete: dove sarà finito? Che starà facendo? E se improvvisamente fosse volato via?

 Gioia come quel primo vagito: siamo genitori! Siamo una famiglia, siamo nati, siamo qui tutti insieme! Chissà quanto è stato difficile e lungo il percorso che ha condotti lì. Chissà quanta paura di non arrivarci mai.

La gioia è nel sistema parasimpatico, quella parte del sistema nervoso che si occupa di farti stare tranquilla, rilassata, quando non vi sia un’emergenza in corso.

La gioia è un’emozione complessa, meno rapida e immediata della paura. Semplificando, la gioia è ossitocina. La gioia è nell’ormone dell’amore.

La gioia è connessione: quando ogni cosa ha il suo posto, quando c’è un senso, quando le fratture dei cocci ti ricordano che hai vinto la paura e l’hai trasformata in coraggio. Il coraggio di decidere autonomamente cos’è la gioia, in quale luogo intendi trovarla e come intendi esprimerla. La gioia è purgare il corpo e la mente dalla retorica della paura come normale condizione di vita.

La gioia può essere una rivincita. E’ il riscatto del tuo intuito, è prenderti la responsabilità di scegliere, è sentirti in grado di farlo ed implica la ricerca delle opzioni, la loro valutazione e il perseguimento della strada che scegli.

La gioia vuol dire fare scelte precise ma flessibili. Solo le decisioni prese con la paura sono rigide e inflessibili.

La gioia è volere di più.

La gioia è quando senti che le tue emozioni sono accolte e rispettate. Anche la paura.

Paura di non sapere come fare per essere buoni genitori. Nonostante quella gioia grande di avere il proprio bambino fra le braccia.

Paura di non sapere come interpretare il suo pianto. Nonostante la gioia per quella voce che risuona potente nelle giornate piene.

 Paura di sbagliare, fargli male, distrarsi: e se la distrazione fosse fatale? Eppure il cuore scoppia di gioia per quel pargolo che cresce e pone domande sempre più complesse, avanza nel mondo sulle sue gambe, si dirige curioso verso nuove scoperte.

 Paura di lasciare andare il bambino che hai promesso a te stesso di proteggere per sempre. Eppure lui ti chiede di esplorare, di andare, di stare tranquillo: tornerà. Quanta gioia nel realizzare di avergli dato quel che serve, per camminare da solo e sicuro nel mondo.

La paura è un’emozione primale, che bypassa i circuiti nervosi più complessi. Ti mantiene all’erta e ti dà l’energia per reagire rapidamente in difesa di te stessa e del tuo bambino.

La paura passa per l’amigdala. E’ un attimo, non c’è razionalizzazione che tenga, la reazione di attacco o fuga è immediata.

La paura è importante, ti fa decidere cosa sia meglio per te, per voi. Ma devi essere connessa al tuo corpo tanto da renderlo il centro di gravità.

La paura può essere un ostacolo quando mette in discussione il tuo istinto e il tuo intuito.

La paura ti fa vivere in stato di stress permanente.

La paura è disconnessione. Ti senti frammentata, confusa, incerta. A pezzi. La paura ha bisogno di essere ascoltata e compresa. Per rimettere insieme i cocci e ripartire da capo.

La paura è vivere in costante senso di pericolo. Dal test di gravidanza in poi, troppe sono le frasi, le informazioni e i commenti che instillano la paura, facendo attivare il cortisolo e poi l’adrenalina, e con lei il tuo istinto di attacco o fuga.

La paura si impara, veniamo contagiati e suggestionati alla paura.

La paura è l’unica cosa che ti rimane, quando pensi di non meritarti di gioire. Mai più.

La paura può stridere e cozzare con la gioia: come si può avere una paura fottuta ed essere anche al settimo cielo? Eppure nella dimensione della nascita questi contrasti e contraddizioni sono all’ordine del giorno.

 

Gioia e paura viaggiano insieme. Si trovano in una quantità di luoghi scontati e si possono ritrovare persino dove non si sarebbe mai immaginato.

 Gioia di averci provato. D’aver goduto di quei pensieri felici. Di aver condiviso un legame poi ahimè inaspettatamente reciso. Paura che rimanesse solo un rimpianto, un fallimento, una vergogna, una negazione. Invece si è trasformato in un modo come tanti d’essere figli e genitori: una famiglia.

 Gioia e Paura si alternano come in una danza, ci conducono sulle montagne russe della nostra esistenza, si intersecano mostrandoci slanci e fermate, si generano e rigenerano prendono fiato nel luogo della quiete, chiamato speranza.

Carmen Innocenti

Erika Zerbini

Foto di Mustafa Omar su Unsplash