Il Contributo di Sarah

“La psicologia perinatale è di tutti? Certo, ma non tutti lo sanno e molti lavorano affinché questa presa di coscienza non avvenga. La psicologia perinatale è di tutti perchè dovrebbe interessarci sapere che come veniamo al mondo, come siamo accuditi può condizionare il nostro benessere bio-psico-sociale a breve e a lungo termine…e non importa se poi qualcuno ci dice “ma siamo cresciuti bene comunque anche quando non sapevamo nulla!!!”, perchè se la medicina scopre un nuovo farmaco per curare quella tale malattia, noi corriamo a comprarlo, mettendo in disuso quello precedente…e allora perchè non dovrebbe interessarci conoscere, ad esempio, ciò che le ultime ricerche scientifiche dicono rispetto all’importanza del contatto tra mamma e neonato nei primi mesi di vita? sembra quasi che ciò che riguarda aspetti della nostra vita psichica susciti in molti un interesse minore e autorizzi facili battute che esprimono diffidenza e un richiamo al passato, chissà perchè sempre migliore del presente. Ma torniamo a noi. La psicologia perinatale è di tutti, eppure se come psicologa voglio formarmi potrei avere delle serie difficoltà a trovare un corso riconosciuto. Perché questo vuoto? Cosa può rimandarci una lacuna nella formazione? Forse l’assenza di un bisogno? Eppure i genitori ci sono da sempre e da sempre vengono accolti nei servizi sanitari, nei consultori…ciò significa, forse, che la formazione in psicologia perinatale di quei professionisti, se c’è stata, è stata lasciata all’iniziativa personale? Diventa così, cosa non rara , che l’ascolto sia sostituito da prescrizioni, metodi, rituali e i neo-genitori invece di essere accompagnati a riconoscere le proprie risorse e competenze, vengono invitati a delegare nelle mani del professionista scelte che invece non possono prescindere dall’unicità della loro storia di coppia, genitoriale e familiare.Ecco perchè è importante che ognuno di noi in qualità di donna, di uomo, di madre, di padre, di professionista ponga attenzione ai temi legati al periodo perinatale ed è essenziale rendersi conto che non è vero che la psicologia perinatale è di tutti nel senso che chiunque può parlarne, perchè altrimenti rischiamo di portare avanti l’idea che la verità risieda nelle credenze popolari (beninteso a volte coincidono con la fisiologia, ma è sempre meglio verificare!!!), è utile invece riconoscere che la psicologia perinatale è di tutti solo nel momento in cui come professionisti scegliamo di seguire le più recenti evidenze scientifiche piuttosto che continuare a fare un pot-pourri tra vecchi manuali di psicologia dello sviluppo e le nostre opinioni personali, mentre come genitori la psicologia perinatale è di tutti solo se tutti siamo messi nella condizione di essere informati sula fisiologia della gravidanza, della nascita, dell’allattamento, della relazione di attaccamento…di comprendere quanto possa essere importante l’allattamento e di quanto possa essere funzionale sostenerlo laddove c’è una donna che ha scelto questa strada. Allora come genitori osiamo , se non ci convince ciò che un professionista ci dice, esprimiamo le nostre perplessità, apriamo una dialettica, riconosciamoci il diritto di essere informati e non indottrinati, perchè al centro c’è il benessere del* nostr* bambin* e della nostra famiglia. Bisogna che tutt* quant* abbiano la possibilità di poter conoscere quelli che sono i benefici dati dal seguire la fisiologia, solo a questo punto ognuno partendo dalla propria storia personale potrà scegliere, liberamente e consapevolmente, in che modo far incontrare il proprio stile di vita, i propri valori con ciò che la fisiologia racconta. É perciò fondamentale che i professionisti diano informazioni non inficiate da opinioni personali o veicolate da un tornaconto economico (si pensi ai benefici economici di tante prescrizioni di latte artificiale), perciò il tema di una formazione di qualità rimane centrale. Questa per me è la psicologia perinatale: come professionista praticare l’ascolto e fare una buona informazione, senza sostituirsi al genitore, anzi, rimandandogli la responsabilità di compiere per sé e per il/la propri* bambin*, la migliore scelta possibile partendo dal proprio sentire.…solo in questo modo, seppur lentamente, è possibile immaginare un cambiamento della società, dove gli aspetti relazionali, affettivi ed emotivi saranno finalmente considerati centrali nella costruzione della personalità dell’uomo e della donna che sarà a partire da quel seme accolto nel ventre materno.”
Sarah Meli, Psicologa e psicoterapeuta