La psicologia perinatale è di tutti. Lo penso davvero e lo vivo ogni giorno nel reparto di Ostetricia e Ginecologia dove lavoro e incontro neogenitori e cuccioli appena nati. Sì, perché stare accanto alla mamma e al papà in un setting privilegiato come la sala parto o la sala operatoria mi conferma quotidianamente quanto sia nutriente l’accoglienza e il SAPER STARE un passo indietro per non intralciare il naturale processo della genitorialità, o il SAPER SOSTENERE, qualora ce ne fosse bisogno, attraverso la maieutica, le competenze genitoriali, patrimonio di cui spesso siamo portatori sani ma inconsapevoli.
La psicologia perinatale è di tutti, anche delle mamme che conoscono la depressione postpartum. Perché amo e sostengo la fisiologia, ma come psicoterapeuta che lavora con le donne e le mamme, incontro quotidianamente luci ed ombre di una maternità non sempre “comoda” e provo umilmente a prendermene cura, attraverso atti terapeutici specifici.
La psicologia perinatale è dei genitori di bimbi nati morti, perché può sostenere e accompagnare un percorso “in cui l’amore per il bambino perduto e il dolore per la perdita si intrecciano al vissuto dei genitori e lo segnano, modificandone il decorso e entrando a fare parte della loro biografia” (cit. C. Ravaldi). E la presenza in un reparto di Ostetricia e Ginecologia di una psicoterapeuta formata al sostegno e al trattamento del lutto perinatale dal momento della diagnosi, durante il parto e il rientro a casa, può facilitare lo sviluppo delle competenze necessarie all’elaborazione del lutto.
La psicologia perinatale è dei neogenitori o delle nonne preoccupate per un allattamento in salita, dove adeguate competenze e formazione di noi operatori, possono sostenere e accompagnare l’espressione di una consapevolezza antica, inficiata spesso, da interferenze rumorose e disturbanti.
La psicologia perinatale è in sala parto o in sala operatoria, è con la mamma e il papà che immaginavano un parto diverso, è nella cicatrice di un cesareo non voluto, è nella sorpresa di un parto prematuro, è nella scoperta di una diagnosi inaspettata.
La psicologia perinatale è patrimonio di tutti, e come tale va tutelato, protetto, nutrito e mai improvvisato. Ecco perché necessita per noi operatori, oltre alla formazione teorica l’esperienza pratica che permette di applicare la formazione in itinere (perché non smettiamo mai di formarci) al sostegno giornaliero, in un esercizio di “presenza” costante.
Sì, la psicologia perinatale è di tutti ed io come donna, madre, psicoterapeuta ogni giorno godo della scoperta consapevole di quanto sia necessario sensibilizzare e coinvolgere tutti, operatori e non, per promuovere salute e benessere psicofisico, sin dal preconcepimento; un Bambino alla volta, un Genitore alla volta, una Persona alla volta, un Operatore alla volta, perché tutti noi ne siamo responsabili.
M. Cecilia Gioia, Phd
Psicologa-Psicoterapeuta