Psicologia Perinatale è una definizione che, fino a 3 anni fa, mi era sconosciuta: io, psicologa, dottore di ricerca in psicologia, docente e collaboratore di ricerca universitario, mi inserivo dentro la più ampia categoria della psicologia dello sviluppo, definendomi infatti psicologa dell’età evolutiva.
Tre anni fa, poi, la svolta: ho conosciuto e iniziato a collaborare con una psicologa (una delle future socie fondatrici del MIPPE) che si occupa proprio di psicologia perinatale e ho familiarizzato per la prima volta con la sua definizione: “lo psicologo perinatale si occupa dei fenomeni e dei processi evolutivi dei neonati e dei bambini e del sistema di relazioni intorno a loro, lungo un continuum che va dalla fisiologia (sonno, alimentazione, attaccamento, emozioni) alla patologia (disagio, fisiopatologia, psicopatologia), in un periodo che comincia quando una coppia sogna e progetta di concepire un figlio e si snoda attraverso il momento del parto fino ai primi 4 anni di vita” (MIPPE, 2015). Qualcosa, insomma, di più articolato e complesso della psicologia dello sviluppo.
In questa definizione, allora, ho iniziato a trovarmici meglio, anche in considerazione delle mie esperienze di mamma: dove trovano posto una donna e una coppia che hanno avuto degli aborti? Chi si prende cura dei coniugi che stanno vivendo un periodo buio nel post-parto? Chi sostiene le mamme nel primo entusiasmante, arricchente, ma anche faticoso e destabilizzante primo anno di vita del bambino?
A questo punto, la mia vita professionale ha potuto prendere una svolta più definita: ho trovato un luogo (fisico, certo, uno studio, ma anche uno spazio mentale e di pensiero) entro cui lavorare e camminare con le mamme che hanno perso un bambino. Una grande soddisfazione accademica, poi, è arrivata quando ho proposto ai miei studenti un’intera lezione sulla nascita e sul sonno dei bambini: è stato entusiasmante vedere il loro trasporto nel discutere di parto, di triade genitoriale, di primo sguardo, di precursori dell’attaccamento, di sostegno psicologico nella fisiologia e non solo nella patologia. Anche la mia esperienza personale ha trovato una sua soddisfazione, poiché ho scoperto una vastissima bibliografia, non accademica (purtroppo), ma altrettanto scientifica e arricchente che ha colmato moltissime lacune che avevo proprio sul periodo perinatale e mi ha resa una mamma più informata e consapevole delle scelte e del percorso con mio figlio.
Elisa Stagni Brenca
Psicologa e Dottore di ricerca in psicologia