Se stai leggendo questo articolo è perché probabilmente sei uno psicologo o un operatore che si occupa di perinatalità. Oppure sei un genitore incuriosito da questa figura professionale che forse può aiutarti, e vuoi saperne di più.
Cercheremo di raccontarti in modo semplice e corretto chi è lo psicologo perinatale. Ci sono psicologi che si occupano con passione, senza grande risonanza mediatica, del periodo che sta attorno alla nascita di un bebè. Il periodo che va da quando una coppia sogna e progetta di concepire un figlio, passando per il momento del parto e arrivando ai primi 4 anni di vita. Quel periodo che possiamo chiamare “perinatale” (che significa “intorno alla nascita”).
Perché fino a quattro anni?
Vi sono processi e funzioni che nel bambino evolvono e attraversano fasi di importanti cambiamenti fino a potersi considerare strutturati o completi solo dopo all’incirca il quarto anno di vita. Fra questi citiamo il raggiungimento di pattern maturi di sonno e veglia, la lateralizzazione degli emisferi cerebrali, il controllo completo degli sfinteri, e l’età media di autosvezzamento dal seno.
In Italia esistono iniziative formative per lo psicologo perinatale, ma non sono omogenee e non vi sono standard concordati a livello nazionale. Al di là degli psicologi che hanno effettuato un percorso formativo specifico o che lavorano con un ruolo dedicato alla perinatalità, esistono psicologi che lavorano in ambito perinatale, a volte da anni e con profonda competenza, senza avere tuttavia una qualifica riconosciuta.
Dove trovare lo psicologo perinatale?
Nei consultori, nei centri che si occupano di infertilità, nei percorsi nascita, nel reparto di ostetricia e ginecologia di alcuni ospedali, in qualche reparto ospedaliero di pediatria, nelle situazioni di lutto perinatale, per accogliere e sostenere “fra le ombre”, nelle associazioni e nei centri che si occupano di adozioni, negli spazi per la prima infanzia e nelle scuole per promuovere informazione, prevenzione e sostegno… e in molti altri luoghi!
La parola chiave della modalità di lavoro dello psicologo perinatale è sinergia. Fondamentale per gli psicologi perinatali, infatti, è lavorare in collaborazione con altre figure professionali come ostetriche, ginecologi, infermieri, pediatri, educatori.
Come MIPPE, movimento italiano di psicologia perinatale, ci proponiamo di aiutare i colleghi psicologi, i professionisti dell’ambito nascita e anche i genitori a comprendere:
chi è lo psicologo perinatale;
quali sono le sue competenze;
quali gli ambiti del suo lavoro;
di quali strumenti si serve;
in quali luoghi lavora;
con quali professionisti collabora.
Abbiamo raccolto le informazioni sul lavoro dello psicologo perinatale, partendo dalle attuali condizioni della psicologia perinatale in Italia ed esplorando poi i maggiori ambiti di intervento di questa figura professionale. Abbiamo cercato anche di dare informazioni utili circa la formazione necessaria per poter approfondire le conoscenze sulla perinatalità e renderle strumenti di lavoro con le famiglie e gli altri operatori del settore.
Verso una definizione di psicologia perinatale
La psicologia perinatale è un ambito della psicologia ancora scarsamente definito dal punto di vista istituzionale e per questo motivo non esiste una definizione univoca di questa branca delle discipline psicologiche. Possiamo dire che, secondo la nostra visione, la psicologia perinatale è quella parte della psicologia che si occupa del periodo compreso tra il preconcepimento e il quarto anno di vita del bambino. In questo arco di tempo lo psicologo perinatale si occupa dei fenomeni e dei processi evolutivi dei neonati e bambini e del sistema di relazioni intorno a loro, lungo un continuum che va dalla fisiologia alla patologia.
Nella fisiologia rientrano tutti quei fenomeni che sono presenti nei processi di sviluppo fisici e mentali di ogni individuo fin dal concepimento. In quest’area la psicologia perinatale si occupa, per esempio, di argomenti come: la conoscenza della fisiologia del sonno del bebè e della famiglia; la sua alimentazione (allattamento al seno, alimentazione artificiale, introduzione dei cibi solidi); la fisiologia dello sviluppo del legame di attaccamento alle figure di accudimento; la fisiologia delle emozioni nel periodo che va dal preconcepimento al quarto anno, comprendendo anche situazioni stressanti e traumatiche che vengono elaborate in modo fisiologico; le neuroscienze applicate alla perinatalità.
Lo psicologo perinatale si occupa anche di tutto ciò che accade quando qualcosa interferisce con la fisiologia, determinando situazioni di sofferenza che vanno dal semplice disagio o criticità fino alle condizioni di fisiopatologia e psicopatologia più importanti.
In questo senso, Lo psicologo perinatale può essere una figura di riferimento e sostegno importante in molti ambiti, come ad esempio:
- facilitazione nella comunicazione fra famiglie e figure professionali di riferimento (come pediatra, ginecologo, personale del reparto di ostetricia o neonatologia) durante il parto e nel puerperio
- consulenza e mediazione in caso di contenziosi legali, ad esempio separazioni, che coinvolgano figli nei primi anni di vita;
- percorsi di accompagnamento alla nascita;
- sostegno ai genitori riguardo a problematiche legate al sonno, alla relazione alimentare, al pianto e in generale alle modalità di comunicazione con il bambino
- maltrattamenti, abusi, incuria;
- infertilità e PMA;
- inserimento al nido e ripresa lavorativa dei genitori