Cari papà in attesa,
questo spazio è dedicato a voi che, in tempo di quarantena, state osservando il moltiplicarsi dei pensieri e delle emozioni sulla gravidanza, sul bebè in arrivo, sul vostro ruolo.
Ho scelto di parlare ai papà perché credo che, oggi, sia possibile offrire agli uomini, e di conseguenza alle donne e alle nuove famiglie, l’opportunità di vivere il ruolo paterno a partire dalle emozioni, dalle sensazioni e dai comportamenti istintivi di protezione e cura che seguono l’incontro con il proprio bebè, svincolati dai pregiudizi e dagli stereotipi.
Grazie agli studi più recenti conosciamo gli effetti a lungo termine che derivano da un legame di attaccamento sicuro al padre, e finalmente è stata messa in evidenza l’incidenza positiva sui diversi aspetti dello sviluppo psicologico dei figli derivante dall’offerta di cure paterne oltre che materne. Sono intimamente convinta che quando sono entrambi i genitori a occuparsi dei figli, non solo è maggiore la quantità di cure che questi ricevono ma cambia anche la varietà delle cure, purché il papà non abbandoni la sua identità di genere e, pur facendo riferimento alla donna per definire il suo ruolo, non si sostituisca alla madre, imitandola.
Come scrive il Pediatra Alessandro Volta:
“In questa ridefinizione, l’impegno della madre non può essere inferiore a quello del padre, e l’effetto finale sarà una coppia che esce dall’esperienza generativa più forte e consapevole, in grado di presentare al figlio un modello di relazione che lui stesso potrà realizzare quando verrà il suo momento”
(A. Volta, Mi è nato un papà, Feltrinelli, Milano, 2012).
Voi, papà in attesa, siete quelli che vivono una gravidanza nella testa e che aspettate la nascita per entrare fisicamente in contatto col bebè. In questo periodo della vostra vita forse non vi sentite ancora padri, e questo può mettervi a disagio e farvi sentire sbagliati…
Può aiutarvi sapere che accade abbastanza spesso di non sentirsi sintonizzati al cento per cento con il bebè durante l’attesa?
Quello che vive il padre è talmente diverso da quello che sperimenta la mamma che bisogna tenerne conto: il papà non è sempre focalizzato sulla gravidanza. È qualcosa che lo riguarda, ma con cui non è perennemente in contatto come la mamma. La gravidanza è un evento del quale il papà può anche dimenticarsi mentre vive la vita di tutti i giorni. Non essendoci nessun bebè dentro il suo corpo, nessun cambiamento fisico può ricordargli che qualcosa di straordinario si sta realizzando. Eppure nella sua vita sta per arrivare un profondo cambiamento.
Lo spazio dedicato ai papà che oggi inauguriamo vuole offrire un’occasione di confronto e di socializzazione ai genitori in attesa, pur consapevoli dei limiti imposti dallo strumento che utilizziamo.
Vi invitiamo a scriverci sulla nostra pagina Facebook o all’e-mail mippe.info@gmail.com e a condividere con noi i vostri dubbi e le vostre curiosità.
Dott.ssa Erika Vitrano, psicologa psicoterapeuta; consigliera e socia fondatrice MIPPE