Le perdite nel perinatale nell’esperienza di Sara

Son passati esattamente quattro anni e mi sembra tutto così presente, così reale.
1,2,3,4
hai quattro giorni e non so come prendermi cura di te.
Mi spaventa tutto anche quello che prima mi pareva rassicurante, come casa dei mei o l’auto di papà.
Ho paura per te.
Ho paura di non saperti proteggere dal freddo.
Ho paura di non saper capire i tuoi pianti.
Ho paura di non saperti sfamare.
Semplicemente, ho paura.
Da non restare, da voler scappare, da pensare che non sono all’altezza di questo e che forse staresti meglio, senza me.
E piango le lacrime che non ho mai pianto per me, che mai sarò più “solo” io…
E piango per te che meriti la mamma che ho sognato di esser per te, ma che non sono.
Sono “solo” io.
Prendo il coraggio faccio il numero.
“Ciao come va?”
“Eh… continuo a piangere da ieri… son a pezzi…”
“Ah beh, considera: otto donne su dieci nei giorni successivi al parto piangono proprio come te, le altre due invece soffrono di depressione post partum”
Eccole le parole che mi servivano, che girano come una chiave gira nella serratura e fan scattare l’ingranaggio.
Si scioglie qualcosa…
Ancora qualche consiglio, poi un saluto, da lontano sì, ma di una presenza presente.
È dura ma ce la posso fare.
“Solo” io ce la posso fare.

Sara Malferrari, consigliera MIPPE